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Gimme Five!

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Non poteva esserci un esordio peggiore per la Spagna campione del mondo e dominatrice dell’Europa del calcio e degli investimenti economici. Cinque a uno, dopo un rigore iniziale trasformato al 26′ da Xabi Alonso, e un’umiliazione senza precedenti, nella riedizione della finale di 4 anni prima. Ecco dunque il numero di oggi.
Olanda

5 come la maglia dell’olandese Daley Blind (Ajax) che ha difeso con grande determinazione la sua porta dall’attacco delle (ex?) furie rosse.
5 come i gol subiti dalla Spagna di Del Bosque dall’Olanda di van Gaal.
5 come i fuorigioco e le parate di entrambe le squadre.
5 come i falli subiti dall’Olanda e come la perfetta coordinazione dei quattro arti dell’olandese Daryl Janmaat con il quinto prolungamento, il pallone (in foto).
E infine il 5 perché, come numero esoterico, “simboleggia l’evoluzione verticale, il movimento progressivo e ascendente”. Che sia davvero il numero fortunato dell’Olanda?


“Game of Thrones” come il mondiale, le maglie di tutte le Case

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Già il nome del suo blog su Tumblr parla chiaro: I want to work for Nike. Nerea Palacios, 27 anni, spagnola di Cordoba, ex studente di design della moda, è una ragazza normale. Vive a Barcellona, ama il calcio, le serie tv, fa la fashion designer freelance e da grande sogna di lavorare per la casa di Beaverton. Per questo ogni giorno o quasi realizza un completo nuovo e lo pubblica sul web. Le sue opere sono maglie da calcio delle squadre e con i colori più svariati, sempre rigorosamente con lo Swoosh sul petto.

La sua ultima impresa è veramente notevole: Nerea ha realizzato i completi delle principali Case protagoniste di Game of Thrones, un’altra delle sue passioni. E così possiamo ammirare il completo rosso vivo dei Lannister, simile alla maglia indossata dalla Spagna in Brasile, e quello bianco candido degli Stark, e il kit nero e grigio scuro tono su tono dei Guardiani della Notte.

Le immagini ci son piaciute e ci hanno incuriosito così tanto che l’abbiamo disturbata, per capire dove è nata questa singolare idea.

Come è venuto fuori I want to work for Nike?
Il blog è nato perché il lavoro che avevo prima mi rendeva infelice e avevo voglia di fare qualcosa che mi facesse sentire realizzata prima che fosse troppo tardi. Così nel novembre 2013 mi sono licenziata e ho iniziato questo progetto, perché la Nike mi assumesse. Li sto ancora aspettando.

Come hai avuto l’idea di disegnare le maglie di Game of Thrones?
Sono una grande fan della serie e dei libri (li ho letti tutti) e mi è sembrato divertente mettere assieme le mie passioni. Avevo appena finito tutte le magliette dei mondiali e volevo fare squadre che non avessero riferimenti precedenti.

Che squadra tifi? Ti ha deluso molto il mondiale della Spagna?
Sono del Barcellona e ovviamente mi ha deluso l’eliminazione dai mondiali. Ma credo che non possiamo essere arrabbiati con i giocatori, penso che siano dei professionisti e fortunatamente c’è un mondiale ogni quattro anni.

Qual è per te la maglia più bella del mondiale? E il tuo personaggio preferito di GoT?
Per me quella dell’Inghilterra, non resisto ai piccoli dettagli, ma anche la Francia è vicina. Sul personaggio ho paura di rispondere e che poi muoia all’improvviso. Però mi affascina Tyrion Lannister, la sua capacità di superare le avversità e di ridere del destino.

Se si giocasse davvero il “mondiale di Game of Thrones chi vincerebbe?
Se giocassero i draghi sicuramente Daenerys. L’unica vera squadra sono gli Starks, anche se hanno sempre meno giocatori. Le altre case giocherebbero individualmente e finirebbero per litigare fra di loro.

Forza, Nike, cosa aspetti a chiamare Nerea?

Segui su Twitter @football_nerds

Calciopoli in Spagna: si stringe l’inchiesta sui ‘biscotti’ nella Liga

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Continuano oggi gli interrogatori degli inquirenti spagnoli su quella che si sta rivelando la calciopoli iberica. Molti i calciatori sentiti come testimoni. Gli investigatori devono stabilire la natura delle transazioni monetarie sospette. Interrogato amche il capitano dell’Atletico Madrid, Gabi Fernandez.

[Leggi anche: Messi rinviato a giudizio per evasione fiscale]

La partita dei sospetti

La partita madre di tutti i sospetti si gioca il 21 maggio 2011 tra Saragozza e Levante. Allora Gabi, oggi a Madrid, è capitano del Saragozza e segna i due gol della vittoria che valgono la salvezza della sua squadra. Il risultato è ininfluente per il Levante che se la è garantita la giornata precedente. L’ipotesi accusatoria – sulla quale indaga la polizia giudiziaria e che è al vaglio della Procura speciale contro la Corruzione e la Criminalità organizzata – è che 1,2 milioni di euro sarebbero stato girato dal club del Saragozza, presieduto allora da Agapito Iglesias, a 9 dei suoi giocatori – e all’allenatore dell’epoca Javier Aguirre – secondo uno schema di combine coi colleghi del Levante. Il giornale El Mundo sostiene che Gabi ha ammesso di aver prelevato da un suo conto 85.000 euro ma di averli restituiti ad Agapito, interrogato ieri dal giudice Alejandro Luzon anche per un prelevamento di 400.000 euro. Agapito sostiene che i soldi erano premi ai giocatori e che il prelevamento fu effettuato per esigenze di gestione del club.

Gli indizi secondo la Procura anticorruzione

Secondo El Mundo la Procura avrebbe raccolto a questo punto elementi sufficienti a supporto della tesi corruzione, fra cui le spese tracciate ai giocatori del Levante successivamente alla partita. L’ipotesi degli inquirenti è che le transazioni in denaro abbiano avuto come fine di comprare la sconfitta del Levante per rimanere in prima divisione. L’indizio è proprio che il denaro che scompare dalle mani dei giocatori del Saragozza compare giorni dopo in quelle dei levantini.

La riforma del codice penale nel 2010 ha spalancato il filone delle indagini

Gabi non è il solo giocatore convocato dalla procura in qualità di testimone. Sentiti Diogo, Jorge Lopez, Braulio, Obradovic. Oggi il primo a comparire nella sede dell’Anticorruzione a Madrid è stato Hector Rodas seguito da Felipe Caicedo, oggi all’Espanyol, già al Saragozza, e Christian Stuani, Juanfran, Iborra. I convocati come testimoni sono 33 sulla sola partita Levante-Saragozza. Ma nel mirino delle autorità giudiziarie spagnole ci sono anche altre partite: Girona-Xerez del 2012-13 su denuncia del presidente Joaquin Boadas, del Girona sconfitto 2-4 che si sente parte lesa di un sospetto biscotto sul quale indaga la Procura di Xerez; un processo tuttora aperto che vede implicato il calciatore Abraham Paz per la partita Hercules-Sabadell del 2012-13. Secondo Marca quello che ha fatto venire alla luce le ombre combine nel calcio iberico è la riforma del codice penale del 2010 che ha incoraggiato la polizia a indagare nel mondo del pallone rispetto al quale mancava di strumenti dal momento che comprare le partite non era codificato come reato.

Google News chiude in Spagna. Finirà come in Germania?

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Il braccio di ferro tra l’Europa e Google si arricchisce di un nuovo capitolo. La compagnia americana ha annunciato che il 16 dicembre chiuderà il servizio Google News in Spagna in seguito all’approvazione da parte del parlamento iberico di una nuova legge sul copyright, che prevede il pagamento del diritto d’autore ai giornali da parte dei motori di ricerca che mostrano anteprime dei loro articoli. La stessa mano ferma ha fatto ottenere a Google buoni risultati in Germania dove, dopo un duro confronto, gli editori hanno concesso la pubblicazione senza pagamenti. Molto semplicemente, senza il traino del motore di ricerca, il traffico era crollato.

Tomatina, 70 anni di battaglie con i pomodori

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Non si può capire cos’è la salsa di pomodoro finché non l’hai vissuta sulla tua pelle. Dal 1945 questo è possibile in Spagna nella città di Buñol, nei pressi di Valencia, ogni ultimo mercoledì del mese di agosto.

Si tratta del festival della Tomatina e quest’anno vi hanno partecipato più di ventimila persone venute da ogni parte del mondo. I concorrenti si sono lanciati addosso più di 150 tonnellate di pomodori inondando le strade di rosso come nel più truculento dei film horror.

Revellers food fight during La Tomatina festival in Spain

L’eccentrico festeggiamento estivo celebra il suo 70esimo anniversario nonostante Buñol non sia un centro di produzione di pomodori e il biglietto abbia un costo variabile, a seconda del ruolo che ognuno vuole avere in battaglia, tra i 10 e i 60 euro.

L’origine di tutto per alcuni fu una semplice rissa scoppiata durante una festa tradizionale nel 1945, per altri, una manifestazione di protesta contro il regime di Francisco Franco iniziata lanciando pomodori al prete, al sindaco e alle altre autorità locali. Fino al 1950 questa manifestazione fu vietata dalla polizia ma poi ha preso piede diventando uno degli appuntamenti folli dell’estate spagnola.

Le casse comunali di Buñol tirano un bel sospiro di sollievo grazie alla vendita dei biglietti e a uno scaltro merchandising a base di pomodoro. E quando tutto finisce il succo e la polpa vengono aspirati dalle strade con tubi flessibili ad alta potenza che lasciano su strade e marciapiedi un curioso effetto brillante.

La Iglesia Skate, da chiesa a più bel skate park del pianeta

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Tutto era calmo a Llanera, un comune spagnolo di poco più di 12mila abitanti, nella comunità autonoma delle Asturie. Finché un bel giorno i fedeli, che di solito andavano lì per pregare, non hanno trovato la storica chiesa trasformata in uno skate-park arricchita dai murales dello street artist Okuda San Miguel. Adesso, è diventato luogo di pellegrinaggio per skater e atleti e si chiama La Iglesia Skate.

Soffitti con facce, cielo stellato e pareti dai colori psichedelici: questi graffiti fanno parte del progetto, realizzato in collaborazione con Red Bull, il cui nome è proprio Tempio Kaos. L’opera d’arte è ipnotizzante e avvolge tutte le superfici creando un senso di perdita di spazio.

 

 

Dallo Sri Lanka al Giappone, dall’Islanda a Cuba: i 20 viaggi top del 2016

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Mete gettonatissime e non solo. Dallo Sri Lanka, al Giappone, dall’Islanda a Cuba: ecco le destinazioni più cliccate e di tendenza per il prossimo anno secondo Skyscanner. Lo studio analizza i luoghi che hanno avuto il maggiore incremento nelle ricerche negli ultimi tre anni. Quindi, oltre alle classiche Ibiza, Tenerife, Atene e Mykonos, ci sono anche Reykjavik, Eindhoven, Luqa e Zante. Non le avevi mai prese in considerazione e ora sei stufo di andare sempre nei soliti posti per le vostre vacanze? Lasciati ispirare per un viaggio che ti regalerà momenti da ricordare.

E se poi volete una guida più approfondita, “Mondo” della Lonely Planet, non vi deluderà. Ogni pagina un viaggio, con quasi mille pagine ricche di immagini, consigli utili, informazioni pratiche e approfondimenti: è la bibbia del viaggiatore. Ma vediamo nel dettaglio tutte le mete del 2016.

Zante, Grecia. Non è difficile immaginare come mai questa sia una delle destinazioni più cliccate: acque intense che virano dallo smeraldo al turchese, baie e calette mozzafiato, promontori incontaminati, natura rigogliosa e tramonti che le parole non possono descrivere. Zante è natura selvaggia, ma anche storia, cultura, archeologia. Ogni angolo è da esplorare: meglio se affittate una macchina.

Corfu, Grecia. Restando in Grecia, Corfù è gettonatissima specialmente nell’ultimo anno. Qui, troverai mille cose da fare e da vedere e non avrai tempo per annoiarti con attività di ogni tipo, sportive o culturali che siano. E poi la Grecia, si sa, non delude nemmeno a tavola: la cucina mediterranea soddisfa ogni palato e nei ristorantini sul mare potrai gustare pesce freschissimo appena pescato o una delicata moussaka, saganaki e souvlaki e l’immancabile salsa tzatziki.

Malé, Maldive. Si tratta di una delle capitali più incredibili del mondo. Tra le più piccole in assoluto, la città si sviluppa su un atollo delle Maldive di soli 2 kmq e racconta un’idea diversa da quella che solitamente abbiamo di questo paradiso tropicale. Strade e vicoli si intersecano disegnando mille trame, case e grattacieli strettissimi tra loro caratterizzano il panorama insieme a caotici bazar. Tutt’intorno, il mare pazzesco e gli altri isolotti in cui la natura è sovrana e su cui potrai dirigerti in cerca di una spiaggia, perché a Malé non ce ne sono.

Manila, Filippine. Vecchio e nuovo si fondono alla perfezione in questa città dalle mille sfaccettature, capitale delle Filippine. La cattedrale di Manila e la chiesa di Sant Agustin, in uno splendido barocco, sono Patrimonio Unesco e si trovano all’interno della città murata, da non perdere. Tra i ‘must see’, il Rizal Park e il Fort Santiago.

Mykonos, Grecia. Altra meta greca apprezzatissima, soprattutto dai giovani che amano divertirsi fra discoteche e locali. I mulini a vento di questa fantastica isola delle Cicladi, la sua movida sfrenata che non conosce orologio o calendario, i suoi colori e la sua natura incontaminata: ecco perché le ricerche dei voli per quest’isola sono in costante crescita.

Tokyo, Giappone. Vuoi sentirti al centro del mondo? Vuoi provare la sensazione di essere una formichina nel caos ordinato di una metropoli frizzante e colorata? Sei nel posto giusto. A Tokyo, capitale giapponese, si può solo esercitare l’uso del cinque sensi: templi incantati e musei accanto ad accecanti insegne al neon, quartieri eccentrici pieni di stranezze, quartieri interamente dedicati allo shopping, sontuosi Palazzi Imperiali e ottimo sushi.

Minorca, Spagna. Spostiamoci in Spagna e facciamo un salto a Minorca, bellissima isola delle Baleari che inizia finalmente a mettersi in mostra nonostante le due sorelle più note, Maiorca e Ibiza. Sarà per questo che l’interesse per questo paradiso da sogno è aumentato esponenzialmente in questi tre anni. O forse sarà per il mare che non teme confronti e per il suo essere un museo a cielo aperto, che conserva la sua unicità a dispetto del crescente turismo di massa. Una località che merita attenzione.

L’Avana, Cuba. Da quando è stata dichiarata ufficiale la sospensione dell’embargo contro Cuba da parte degli Usa, ma già da quando se n’è iniziato semplicemente a parlare e ad avere sentore che sarebbe accaduto, L’Avana ha fatto registrare un picco di interesse più intenso, sebbene questa sia una destinazione da sempre molto richiesta. Prima che l’isola si trasformi o subisca, in qualche modo, influenze esterne, bisogna partire e cogliere quell’autentica voglia di vivere che la caratterizza, sorniona e sapiente; la sua atmosfera danzante; le sue spiagge mozzafiato e i sigari e il rum e chi più ne ha più ne metta. Certe partenze non vanno rimandate.

Santorini, Grecia. Immersa nel blu intenso di un Mar Egeo profondissimo e affascinante, in contrasto con la roccia scura vulcanica dell’isola e con le sue casette bianchissime, lucenti sotto il sole, Santorini è una perla di bellezza rara che acquista sempre più prestigio. I tramonti a Oia sono una tappa imprescindibile, ma non tralasciare Thira e Caldera: le viste che godrai da qui non le dimenticherai per il resto della tua vita. Con i suoi archi, porticati, chiese cattoliche e chiese ortodosse, scalinate, piazzette e scorci da togliere il fiato.

Santo Domingo, Repubblica Dominicana. Spostiamoci sulla bella isola Hispaniola, divisa tra lo stato di Haiti e quello della Repubblica Dominicana. Restiamo in questa ultima zona perché la capitale Santo Domingo è una città coloniale che conserva intatto il fascino d’altri tempi. Sempre più ricercata da chi insegue il sole e il caldo tutto l’anno, con un clima tropicale e un patrimonio naturalistico ricchissimo, non è fatta non solo di spiagge incredibili e vegetazione rigogliosa, ma anche di una fauna di tutto rispetto.

Colombo, Sri Lanka. A Colombo, nello Sri Lanka, si concentrano tutte le culture del Paese e la città risulta un’esplosione di colori e voci, tra mercati e grattacieli, che ti catturerà. E, una volta lasciata alle spalle la guerra civile, Colombo sta mostrando molti segnali di progresso. A cominciare dai miglioramenti nei collegamenti. Il quartiere di Fort riunisce i maggiori luoghi di interesse storico, mentre a Pettah non potrai perdere i bazar, chiassosi e pieni di ottimi affari per i tuoi souvenir.

Luqa, Malta. Torniamo in Europa e facciamo una sosta a Malta. Incrocio di civiltà diverse, tutte rintracciabili nelle splendide architetture cittadine, l’arcipelago maltese si compone di tre isole, una più bella dell’altra, e sa stupire chiunque con le sue bellezze e una cucina ottima, che ha preso il meglio da tutte le influenze del mediterraneo.

Tenerife, Spagna. Le Canarie restano un sogno per molti: Tenerife è cliccatissima, con la sua vegetazione sub tropicale che si alterna a paesaggi desertici e lunari, spiagge spettacolari e un carnevale che fa concorrenza a quello di Rio. E’ un luogo in cui ritrovare se stessi o perdersi definitivamente. Se poi all’ultimo decidi di trasferirti, facci sapere.

Ibiza, Spagna. È un evergreen, Ibiza, con la sua bellezza autentica e la sua movida che non conosce limiti. Ma l’isola è apprezzata anche da chi vuole godersi il sole del giorno e le bellezze naturali e culturali dell’isola: la Isla Bianca è stata dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco per la necropoli punica, i resti fenici di Sa Caleta, la riserva naturale di Ses Salines, la città fortificata di Dalt Vila.

Atene, Grecia. Una città splendida che è stata culla di una delle più grandi civiltà e che continua a essere al centro delle cronache più recenti: Atene è un cuore pulsante, in pieno fermento politico, artistico e culturale.

Siviglia, Spagna. Le parole chiave qui sono fiesta, tapas e flamenco. Ma l’atmosfera che si respira è qualcosa che è difficile descrivere: Siviglia è uno di quei posti che vanno vissuti, tra una passeggiata nella zona romantica del Guadalquivir e una sosta nelle tipiche taverne. Meta ideale in ogni stagione dell’anno, l’Andalusia, nell’elenco delle tappe obbligate dei fan del Trono di Spade, è una zona che da segnare sull’agenda.

Reykjavik, Islanda. Dinamica, alla moda, giovanile, esplosiva. Reykjavik è una città che nel 2016 va assolutamente vista, per il suo spirito cosmopolita e i suoi eventi.

Buenos Aires, Argentina.  Una città che sa entrare nel cuore e rimanerci a lungo. Per il calore dei suoi abitanti, che sfoderano sorrisi spontanei che fanno innamorare e non solo. Sicuramente una delle mete favorite tra i paesi del Sudamerica.

Eindhoven, Paesi Bassi. Eccoci in una delle città che gode in questo momento di massimo slancio: Eindhoven è piena di posti interessanti da visitare, di musei che raccontano antiche tradizioni, di locali in cui trascorrere piacevoli serate e ricca di edifici notevoli dal punto di vista architettonico. Una città che, nonostante l’ombra ingombrante di Amsterdam, ha saputo valorizzare al meglio i suoi punti di forza (e i collegamenti aerei) e ha fatto del turismo una risorsa.

Varsavia, Polonia. La Polonia è senza dubbio un Paese che ha imparato a gestire al meglio il suo territorio e Varsavia è di diritto tra le città più trendy del mondo. Sviluppo architettonico, centro storico di notevole interesse, tanto da essere Patrimonio Unesco, gallerie e centri d’arte, vita notturna sempre più chic e diversi quartieri con anime differenti ma tutte accattivanti.

Sara Stefanini

Cosa bisogna sapere prima di fare il Cammino di Santiago

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Dal freddo dei Pirenei, al caldo delle “mesetas”, alla piovosità della Galizia. Zaino, buone scarpe non necessariamente da trekking o da montagna, sacco a pelo sono gli elementi imprescindibili per la partenza” mi spiega il professor Jacopo Caucci von Saucken, professore di lingua e letteratura spagnola all’Università degli Studi di Perugia, Console onorario di Spagna e Priore della Confraternita di San Jacopo di Compostella (Santiago de Compostela, nda).

Sì, avete capito: la mia prossima meta è proprio la Spagna… dell’Anno Mille. D’altronde, vintage per vintage un salto nella Storia era doveroso farlo e il celebre Cammino (ormai molto in voga come meta vacanziera alternativa) è un ottimo inizio. Prima di fare lo zaino, però, è bene informarsi su cosa mi attende…

Professore, il Cammino in poche parole…

È un itinerario devozionale che, fin dal Medioevo, i pellegrini hanno intrapreso per raggiungere il sepolcro dell’Apostolo Giacomo.

Voglio partire anch’io, cosa mi consiglia di fare?

È fondamentale un allenamento previo vista la durata del pellegrinaggio e le differenti tipologie climatiche: infatti, il “cammino francese” (iter tradizionale) inizia a Roncisvalle  (sui Pirenei), snodandosi poi per 800 km nella parte centro-settentrionale della penisola Iberica.

Ottocento chilometri: l’equivalente, on foot, di Milano-Napoli. Certo, roba che non si fa in un giorno!

Lungo il tragitto i pellegrini alloggiano in diverse tipologie di strutture: municipali, private, pertinenze di parrocchie, pensioni. Ad esempio, io gestisco un rifugio in Provincia di Burgos:  una commenda del XIII secolo restaurata venticinque anni fa dalla Confraternita e dal Centro Italiano di Studi Compostellani.

Quindi, se non parlassi un’acca di spagnolo…

I volontari che vi prestano servizio sono Italiani ed è una delle poche realtà ricettive presenti sul Cammino ad offrire ospitalità gratuita. La peculiarità del luogo è l’accoglienza secondo l’antico rito della lavanda dei piedi.

Immagino lei non sia un novizio: mi racconti qualcosa di curioso…

Da dove comincio?

Bene, partiamo con il piede giusto. Direi dai pellegrini…

Il Cammino è un fenomeno che porta nella capitale galiziana circa duecentoquaranta mila persone appartenenti a diverse nazionalità europee e non, tra queste primeggiano ormai da diversi anni i nostri connazionali. Quanto a me, ho fatto il Cammino sette volte e trascorro tre settimane l’anno presso il rifugio.

E la Confraternita di cui è Priore, di cosa si occupa?

Vede, chi vuol fare questa esperienza non può farlo senza una credenziale.

Credenziale? Come sul web?

Beh, diciamo che al posto di username e password la Confraternita di San Jacopo di Compostella di Perugia rilascia una sorta di “passaporto” che va timbrato ad ogni tappa, per conseguire la “compostela”, documento che certifica l’avvenuto cammino.

Il rischio di perdersi?

Vi sono in vendita molte guide dove trovare indicazioni per le tappe, i km da percorrere, le strutture dove fermarsi, numeri di servizio, assistenza sanitaria…

Chi sono i pellegrini?

Persone di ogni tipo. In un’occasione mi è stato chiesto se, in quanto Priore, potessi confessarne uno che ne sentiva la necessità.

Immagino, però, il suo ruolo non si limiti al priorato…

No. Infatti, un’opera importante e meritoria è svolto anche dal Centro Studi, impegnato nella promozione culturale del Cammino, attraverso  convegni, incontri e seminari. Non mancano, poi, le pubblicazioni fra le quali “Compostella“, rivista scientifica con interventi di esperti del settore di ambito nazionale ed internazionale.

 

 

 


Il programma di Podemos? Come il catalogo Ikea

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Il 26 giugno si vota in Spagna. Dopo diversi mesi di stallo postelettorale in cui i partiti non hanno trovato la quadra per formare una maggioranza di governo, nuova tornata di elezioni generali. Per “facilitare l’interesse” sul proprio programma, Podemos, la formazione guidata da Pablo Iglesias, lo illustra come un catalogo di Ikea, compresa l’impaginazione come “cucine”, “bagni”, “saloni”, “sale da pranzo”, “notte”, “studi”, “giardini/terrazzi” per completare l’intero arredamento di opzioni politiche che si gettano col partito. Le foto richiamano spazi illuminati, arredati con gusto, ordinati, si evince benessere. Immagini originali, ha spiegato Carolina Besnasca, responsabile del programma, precisando che è stato anche consultato l’ufficio legale per evitare controversie con Ikea. Altra novità: il programma sarà posto in vendita a 1,80 euro, del resto si compone di ben 192 pagine fitte di illustrazioni patinate che propongono serene situazioni familiari in cui esponenti del partito appaiono in usuali attività domestiche. La stessa Besnasca è ritratta al lavoro nel salone.

Senza entrare nel merito del programma politico, El Mundo – illustrandolo insieme alla decisione di optare per una scelta secondo gli stilemi del marketing – osserva che non è molto diverso da quello presentato per le elezioni di dicembre, salvo qualche limatura sulla spesa pubblica; Podemos conta di alzare le imposte sul reddito Irpf a quanti guadagnano più di 60mila euro l’anno e ampliare la platea delle deduzioni al di sotto di questa soglia. Fra i titoli (politici) del programma, spicca l’uso continuo del termine “democrazia” declinata nei più diversi aggettivi: “politica”, “economica”, “di cittadinanza”, “internazionale”. Si palese la ricerca dell’impatto ‘estetico’. Servirà allo scopo di spiegare i contenuti programmatici? Carolina Bescansa ha detto che è pensato proprio per “facilitare l’interesse”.

I tempi di Herbert Marcuse e la critica sessantottina al consumismo di massa sono lontani anni luce. E un recente sondaggio CIS su El Pais spiega che in effetti l’elettorato di Podemos è molto composito quanto a orientamenti: solo un’esigua minoranza di coloro che lo hanno votato alla fine dello scorso anno si definisce socialdemocratica (6,3%, che alla domanda ripetuta la seconda volta si riduce al 5,2%) e comunista (7,3%); più ampia la componente dei “socialisti” (16,9%) che nell’accezione larga di “progressisti” arriva al 23,8%. Ma c’è anche un buon 10,4% di “liberali”. Dunque un partito di centro-sinistra, dove i centristi sono il 32% totale e numerose le sfumature a sinistra; e complessivamente variegate le posizioni, anche opposte tra loro. Come fra i clienti di un supermercato.

Formentera, 5 cose da non perdere

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Appena 83 chilometri quadrati per una gemma che non ha eguali, nel Mediterraneo. Un posto esclusivo, lontano anni luce dalla vicina Ibiza alla quale quasi si abbraccia con l’isoletta oblunga di S’Espalmador. Formentera è oggettivamente quanto di più simile al Paradiso si possa raggiungere in un’ora abbondante di volo dall’Italia, a cui sommare ovviamente i trenta minuti di aliscafo, catamarano o traghetto veloce dalla più grande vicina zeppa di discoteche.

Lo testimonia il riconoscimento che TripAdvisor, il colosso delle recensioni con 340 milioni di visitatori mensili e 350 milioni di giudizi dove si possono anche prenotare alloggi – in Italia e Spagna anche con la nuova funzionalità di Prenotazione rapida grazie agli accordi con Priceline e Accor – attrazioni e ristoranti tramite la controllata The Fork, le ha assegnato quest’anno: Formentera, la seconda delle Pitiuse prima ancora che tassello delle incantevoli Baleari, ospita la più bella spiaggia d’Europa. Sì, esatto, è proprio lei: platja de Ses Illetes, cioè la spiaggia delle isolette (così battezzata perché protetta da una piccola catena di scogli come l’illa des Forns o l’illa des Conills) nella punta Nord dell’isola, all’interno della riserva naturale delle saline. Nell’edizione 2016 dei Travelers’ Choice Beaches Awards ha staccato la spiaggia di Efalonissi, in Grecia, e prahia da Marinha a Carvoeiro, in Portogallo.

D’altronde la Spagna ha messo a segno quest’anno anche un altro risultato di pregio, infilando tre delle loro isole nella top 10 europea dei Travelers’ Choice Islands. In base alla valutazione di un algoritmo che incrocia quantità e qualità delle recensioni e punteggi di hotel, attrazioni e ristoranti negli ultimi 12 mesi. Maiorca, la più grande delle Baleari, è al vertice della chart nazionale, seconda in Europa e sesta al mondo (soggiornarci costa in media 145 euro a notte). La canarina Tenerife, seconda in Spagna, è quinta su scala europea (tariffa media 86 euro). Gran Canaria è infine la settima a livello europeo e la terza nazionale (80 euro). Formentera, invece, si è piazzata ottava fra le spagnole. Ma merita senz’altro alcune posizioni in più. Ecco alcune cose da non perdere in quello scrigno naturale. A proposito, prenotare una stanza costa in media 185 euro a giugno, 234 a luglio e 262 ad agosto.

Platja de Ses Illetes
Pluripremiata, è una spiaggia da sballo con sabbia bianca e finissima e acqua – più che altrove – dalle mille sfumature che variano dal verde smeraldo al turchese. Si trova a Ovest del sottile lembo a Nord di Formentera. Vi sembrerà di essere ai Caraibi, con marmore da mezzo chilo che vi nuotano fra i piedi. Il fascino è completato da una serie di isolotti che la proteggono, dandole una certa profondità scenografica. Entrambe si trovano all’interno di un parco naturale (l’accesso costa 4 euro per le auto e 2 per i motorini, ma ci si arriva anche in autobus pubblico) che fa da ponte marino protetto fra Ibiza e Formentera.

Platja de Llevant
È circondata, come un po’ in tutta l’isola, da una cintura di straordinarie dune sabbiose. Meglio orientarsi nella parte iniziale, un po’ più a Sud, nota anche come platja de Sa Roqueta, caratterizzata da piccolissime calette che con un po’ di fortuna potreste aggiudicarvi (sempre a giugno o settembre, non sperateci in piena estate). Il mare è sempre lo stesso: sconvolgente per tutta la lunghezza della spiaggia, molto ampia. Non è un caso che Ses Illetes e Llevant siano chiamate anche “le gemelle”.

I fari: Cap de Barbaria e faro de la Mola
Si trovano alle due estremità di quella specie di triangolo che è Formentera. Uno a Sud-Ovest, al termine di alcuni chilometri di bassa vegetazione del tutto isolati e costellati di piccoli siti megalitici risalenti al II secolo a.C. – il percorso, da solo, vale la breve gita – l’altro a Sud-Est, alla fine del villaggio di El Pilar de la Mola, un piccolo agglomerato a neanche 200 metri di altitudine, unico altopiano dell’isola, che vive un’esistenza del tutto separata dal resto di Formentera. Il fascino non arriva tanto dai fari in se stessi quanto, come sempre accade, dalla sensazione di confine dove vi potrà accadere di scorgere qualche esemplare di Berta delle Baleari, un uccello marino che si riproduce solo da quelle parti. Mentre alla Mola si può prendere qualcosa da bere in un bar che guarda la scogliera, a Barbaria vi conviene portare l’occorrente per l’aperitivo e coccolarvi fino al tramonto. Due chicche: quello di Barbaria è il faro che si vede nella pellicola cult Lucia y el sexo, il film del 2001 firmato da Julio Medem che lanciò Paz Vega. Alla Mola troverete invece una targa dedicata allo scrittore Julio Verne, che ha ambientato qui il suo romanzo Le avventure di Hector Servadac scritto nel 1877 e che disegna quella scogliera come “la fine del mondo”.

I villaggi: Es Pujols e Sant Francesc Xavier
A Formentera, di fatto, non ci sono città. Chi ci abita chiama Sant Francesc “la capitale” con un esagerato virtuosisimo: in realtà è un piccolo agglomerato in cui si concentra quel poco di nazionalismo spagnolo che ancora resiste da queste parti, dalla polizia ai servizi amministrativi. Sant Francesc è un piccolo intreccio di stradine costellate da negozi esclusivi (e carissimi, come d’altronde tutta l’isola) e ristoranti. Merita una sosta mentre andate o tornate da Barbaria o una passeggiata serale. Es Pujols è invece il cuore pulsante dell’isola: pieno di locali, con un mercatino che ogni sera popola il lungomare, ospita (poco distante) l’unico club dell’isola, il Tipic, e una serie di hotel (fra cui lo stupendo Blanco Hotel), appartamenti e negozi. È il punto strategico dal quale muovere verso le altre attrazioni dell’isola: si trova tutto al massimo a venti minuti, il porto della Savina a 10.

Platja de Mitjorn
Il versante interno, che guarda cioè in quella specie di piccolo golfo creato dalle due “gambe” orientale e occidentale di Formentera, merita un discorso a parte. La spiaggia di Mitjorn, puntellata di strepitosi ristoranti e di luoghi storici come il Blue Bar, è forse la più vicina allo spirito hippie e libertino dell’isola. Lontano dai periodi di picco lì – ma non solo – si ritrovano nudisti e naturisti ed è semplice ritagliarsi un pezzo di arenile tutto per se. La spiaggia è forse meno attraente, le correnti rendono il mare più allegro che nelle placide spiagge del nord ma il fascino compensa il resto della zona, frastagliata fra insenature e tratti rocciosi e distante dalla strada principale.

I pronostici di Siri su Euro 2016: “Ti sembro forse il polpo Paul?”

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Chi vince gli Europei di calcio francesi? Difficilissimo fare pronostici. Il tabellone degli ottavi, per giunta, è piuttosto sbilanciato: da una parte quasi tutte le big, dall’altra una serie di probabili accoppiamenti teoricamente più semplici. Intanto Siri, che da poco è cresciuta, si è fatta più intelligente e ha invaso perfino il Mac, sta riservando a chi le domandi qualche pronostico una serie di rispostine niente male.

Lo sappiamo: l’assistente virtuale di Apple, che è ora presente su tutti i sistemi operativi, dunque su tutti i dispositivi prodotti da Cupertino, ha un caratterino mica male. Per giunta più si fa smart e versatile, più quell’approccio furbetto (ma mai irrispettoso) ci mette di fronte a un’intelligenza artificiale a tratti esilarante.

Se per esempio foste dell’idea di chiederle come potranno finire gli europei – per la precisione, “chi vince gli europei 2016?” e derivati – replicherà con una serie di uscite da leccarsi i baffi. Una delle più divertenti è senza dubbio questa: “Ti sembra che assomigli al polpo Paul?” alludendo alla povera bestiola “consultata” in occasione del Mondiale di calcio tedesco del 2010 per predire i risultati delle partite.

Ma fra le repliche ci sono anche perle di saggezza come “Dopo il calcio d’inizio i pronostici non contano più niente” o uno straordinario “Comunque vada siamo già i vincitori morali”. Interessante anche la risposta che pare cucita addosso alla nazionale di Antonio Conte: “Se i ragazzi vogliono farcela devono crederci fino in fondo. Palla lunga e catenaccio”. In bocca al lupo. Anzi, a Siri.

Vacanze a Barcellona: 5 meraviglie poco conosciute da vedere assolutamente

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Sarà per la vivace movida iberica, per le svariate possibilità culturali o per la spiaggia a pochi minuti dal centro della città. O forse, più semplicemente, perché i voli low cost abbondano in qualsiasi periodo dell’anno. Fatto sta che gli italiani sono follemente innamorati di Barcellona. Soprattutto quando arriva il periodo di Ferragosto, come rivelano i dati di momondo, la piattaforma digitale di ricerca voli, hotel e auto a noleggio: nessuna meta come la metropoli catalana è in grado di attirare la curiosità e le ricerche dei viaggiatori tricolori. Già, ma una volta giunti a destinazione che cosa vale la pena vedere? Sagrada Familia (meglio prenotare), Parc Güell, Ramblas e Casa Batlló, ovviamente. Pure il Camp Nou, per gli appassionati di calcio. E poi ci sono quei luoghi meno conosciuti al grande pubblico, meno battuti dalle comitive di turisti, e forse anche per questo ancora più ricchi di fascino. Ne abbiamo selezionati 5, per condurvi alla scoperta delle bellezze segrete di Barcellona.

1. Laberinto de Horta
Già, si tratta di un meraviglioso labirinto nella periferia della città, non troppo distante dalla fermata Mundet della metropolitana. È uno tra i giardini più antichi di Barcellona, ed è stato progettato dall’architetto italiano Domenico Bagutti: commissionato dalla famiglia Desvalls, si sviluppa su diversi livelli, passando dallo stile romantico a quello neoclassico. È possibile addentrarsi tra le siepi del labirinto per provare a uscirne nel minor tempo possibile, circondati da tempietti, statue e giochi d’acqua. Un vero e proprio gioiello nascosto.

2. Tibidabo
Non soltanto è il parco di divertimento più antico di Spagna, il secondo dell’intera Europa dopo il Wiener Prater. Il Tibidabo è anche costruito su un versante della collina che gli ha dato il nome, ed offre una vista mozzafiato sull’intera città catalana. Vista che diventa ancora più speciale dalle cabine della ruota panoramica, letteralmente a ridosso dello strapiombo.

3. Cementiri de Poblenou
A pochi passi dal mare, e dalla fermata metro Llacuna, sorge il cimitero del Poblenou, uno tra i più suggestivi di tutta Barcellona. Al suo interno, oltre alle cappelle monumentali delle famiglie più ricche dell’Ottocento, è possibile trovare anche una serie di statue davvero particolari, come il Bacio della Morte di Jaume Bartra. In alcune settimane dell’anno, vengono organizzate anche visite notturne. Per un’eperienza assolutamente unica.

4. Bellesguard
Proprio come la Sagrada Familia, anche questa torre è stata progettata da Antoni Gaudì. Costruita all’inizio del secolo scorso, è un meraviglioso esempio di come il modernismo catalano abbia saputo dare nuova vita agli edifici più antichi della città: qui, non soltanto è possibile ammirare i sontuosi giardini, che hanno ospitato e continuano a ospitare numerosi festival culturali, ma dal 2013 è possibile visitare anche l’interno della struttura. Da non perdere.

5. Bunker del Carmel
Il posto giusto per scattare fotografie a prova di Instagram & co. Da questo belvedere, situato nei pressi del Parc del Guinardó, è possibile godersi un panorama a 360 gradi sull’intero skyline di Barcellona. Un luogo magico e molto, molto romantico, perfetto per prendersi una pausa dalla spiaggia e dal caos della movida notturna.

Calciopoli in Spagna: si stringe l’inchiesta sui ‘biscotti’ nella Liga

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Continuano oggi gli interrogatori degli inquirenti spagnoli su quella che si sta rivelando la calciopoli iberica. Molti i calciatori sentiti come testimoni. Gli investigatori devono stabilire la natura delle transazioni monetarie sospette. Interrogato amche il capitano dell’Atletico Madrid, Gabi Fernandez.

[Leggi anche: Messi rinviato a giudizio per evasione fiscale]

La partita dei sospetti

La partita madre di tutti i sospetti si gioca il 21 maggio 2011 tra Saragozza e Levante. Allora Gabi, oggi a Madrid, è capitano del Saragozza e segna i due gol della vittoria che valgono la salvezza della sua squadra. Il risultato è ininfluente per il Levante che se la è garantita la giornata precedente. L’ipotesi accusatoria – sulla quale indaga la polizia giudiziaria e che è al vaglio della Procura speciale contro la Corruzione e la Criminalità organizzata – è che 1,2 milioni di euro sarebbero stato girato dal club del Saragozza, presieduto allora da Agapito Iglesias, a 9 dei suoi giocatori – e all’allenatore dell’epoca Javier Aguirre – secondo uno schema di combine coi colleghi del Levante. Il giornale El Mundo sostiene che Gabi ha ammesso di aver prelevato da un suo conto 85.000 euro ma di averli restituiti ad Agapito, interrogato ieri dal giudice Alejandro Luzon anche per un prelevamento di 400.000 euro. Agapito sostiene che i soldi erano premi ai giocatori e che il prelevamento fu effettuato per esigenze di gestione del club.

Gli indizi secondo la Procura anticorruzione

Secondo El Mundo la Procura avrebbe raccolto a questo punto elementi sufficienti a supporto della tesi corruzione, fra cui le spese tracciate ai giocatori del Levante successivamente alla partita. L’ipotesi degli inquirenti è che le transazioni in denaro abbiano avuto come fine di comprare la sconfitta del Levante per rimanere in prima divisione. L’indizio è proprio che il denaro che scompare dalle mani dei giocatori del Saragozza compare giorni dopo in quelle dei levantini.

La riforma del codice penale nel 2010 ha spalancato il filone delle indagini

Gabi non è il solo giocatore convocato dalla procura in qualità di testimone. Sentiti Diogo, Jorge Lopez, Braulio, Obradovic. Oggi il primo a comparire nella sede dell’Anticorruzione a Madrid è stato Hector Rodas seguito da Felipe Caicedo, oggi all’Espanyol, già al Saragozza, e Christian Stuani, Juanfran, Iborra. I convocati come testimoni sono 33 sulla sola partita Levante-Saragozza. Ma nel mirino delle autorità giudiziarie spagnole ci sono anche altre partite: Girona-Xerez del 2012-13 su denuncia del presidente Joaquin Boadas, del Girona sconfitto 2-4 che si sente parte lesa di un sospetto biscotto sul quale indaga la Procura di Xerez; un processo tuttora aperto che vede implicato il calciatore Abraham Paz per la partita Hercules-Sabadell del 2012-13. Secondo Marca quello che ha fatto venire alla luce le ombre combine nel calcio iberico è la riforma del codice penale del 2010 che ha incoraggiato la polizia a indagare nel mondo del pallone rispetto al quale mancava di strumenti dal momento che comprare le partite non era codificato come reato.

Google News chiude in Spagna. Finirà come in Germania?

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Il braccio di ferro tra l’Europa e Google si arricchisce di un nuovo capitolo. La compagnia americana ha annunciato che il 16 dicembre chiuderà il servizio Google News in Spagna in seguito all’approvazione da parte del parlamento iberico di una nuova legge sul copyright, che prevede il pagamento del diritto d’autore ai giornali da parte dei motori di ricerca che mostrano anteprime dei loro articoli. La stessa mano ferma ha fatto ottenere a Google buoni risultati in Germania dove, dopo un duro confronto, gli editori hanno concesso la pubblicazione senza pagamenti. Molto semplicemente, senza il traino del motore di ricerca, il traffico era crollato.

Tomatina, 70 anni di battaglie con i pomodori

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Non si può capire cos’è la salsa di pomodoro finché non l’hai vissuta sulla tua pelle. Dal 1945 questo è possibile in Spagna nella città di Buñol, nei pressi di Valencia, ogni ultimo mercoledì del mese di agosto.

Si tratta del festival della Tomatina e quest’anno vi hanno partecipato più di ventimila persone venute da ogni parte del mondo. I concorrenti si sono lanciati addosso più di 150 tonnellate di pomodori inondando le strade di rosso come nel più truculento dei film horror.

Revellers food fight during La Tomatina festival in Spain

L’eccentrico festeggiamento estivo celebra il suo 70esimo anniversario nonostante Buñol non sia un centro di produzione di pomodori e il biglietto abbia un costo variabile, a seconda del ruolo che ognuno vuole avere in battaglia, tra i 10 e i 60 euro.

L’origine di tutto per alcuni fu una semplice rissa scoppiata durante una festa tradizionale nel 1945, per altri, una manifestazione di protesta contro il regime di Francisco Franco iniziata lanciando pomodori al prete, al sindaco e alle altre autorità locali. Fino al 1950 questa manifestazione fu vietata dalla polizia ma poi ha preso piede diventando uno degli appuntamenti folli dell’estate spagnola.

Le casse comunali di Buñol tirano un bel sospiro di sollievo grazie alla vendita dei biglietti e a uno scaltro merchandising a base di pomodoro. E quando tutto finisce il succo e la polpa vengono aspirati dalle strade con tubi flessibili ad alta potenza che lasciano su strade e marciapiedi un curioso effetto brillante.


La Iglesia Skate, da chiesa a più bel skate park del pianeta

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Tutto era calmo a Llanera, un comune spagnolo di poco più di 12mila abitanti, nella comunità autonoma delle Asturie. Finché un bel giorno i fedeli, che di solito andavano lì per pregare, non hanno trovato la storica chiesa trasformata in uno skate-park arricchita dai murales dello street artist Okuda San Miguel. Adesso, è diventato luogo di pellegrinaggio per skater e atleti e si chiama La Iglesia Skate.

Soffitti con facce, cielo stellato e pareti dai colori psichedelici: questi graffiti fanno parte del progetto, realizzato in collaborazione con Red Bull, il cui nome è proprio Tempio Kaos. L’opera d’arte è ipnotizzante e avvolge tutte le superfici creando un senso di perdita di spazio.

 

 

Dallo Sri Lanka al Giappone, dall’Islanda a Cuba: i 20 viaggi top del 2016

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Mete gettonatissime e non solo. Dallo Sri Lanka, al Giappone, dall’Islanda a Cuba: ecco le destinazioni più cliccate e di tendenza per il prossimo anno secondo Skyscanner. Lo studio analizza i luoghi che hanno avuto il maggiore incremento nelle ricerche negli ultimi tre anni. Quindi, oltre alle classiche Ibiza, Tenerife, Atene e Mykonos, ci sono anche Reykjavik, Eindhoven, Luqa e Zante. Non le avevi mai prese in considerazione e ora sei stufo di andare sempre nei soliti posti per le vostre vacanze? Lasciati ispirare per un viaggio che ti regalerà momenti da ricordare.

E se poi volete una guida più approfondita, “Mondo” della Lonely Planet, non vi deluderà. Ogni pagina un viaggio, con quasi mille pagine ricche di immagini, consigli utili, informazioni pratiche e approfondimenti: è la bibbia del viaggiatore. Ma vediamo nel dettaglio tutte le mete del 2016.

Zante, Grecia. Non è difficile immaginare come mai questa sia una delle destinazioni più cliccate: acque intense che virano dallo smeraldo al turchese, baie e calette mozzafiato, promontori incontaminati, natura rigogliosa e tramonti che le parole non possono descrivere. Zante è natura selvaggia, ma anche storia, cultura, archeologia. Ogni angolo è da esplorare: meglio se affittate una macchina.

Corfu, Grecia. Restando in Grecia, Corfù è gettonatissima specialmente nell’ultimo anno. Qui, troverai mille cose da fare e da vedere e non avrai tempo per annoiarti con attività di ogni tipo, sportive o culturali che siano. E poi la Grecia, si sa, non delude nemmeno a tavola: la cucina mediterranea soddisfa ogni palato e nei ristorantini sul mare potrai gustare pesce freschissimo appena pescato o una delicata moussaka, saganaki e souvlaki e l’immancabile salsa tzatziki.

Malé, Maldive. Si tratta di una delle capitali più incredibili del mondo. Tra le più piccole in assoluto, la città si sviluppa su un atollo delle Maldive di soli 2 kmq e racconta un’idea diversa da quella che solitamente abbiamo di questo paradiso tropicale. Strade e vicoli si intersecano disegnando mille trame, case e grattacieli strettissimi tra loro caratterizzano il panorama insieme a caotici bazar. Tutt’intorno, il mare pazzesco e gli altri isolotti in cui la natura è sovrana e su cui potrai dirigerti in cerca di una spiaggia, perché a Malé non ce ne sono.

Manila, Filippine. Vecchio e nuovo si fondono alla perfezione in questa città dalle mille sfaccettature, capitale delle Filippine. La cattedrale di Manila e la chiesa di Sant Agustin, in uno splendido barocco, sono Patrimonio Unesco e si trovano all’interno della città murata, da non perdere. Tra i ‘must see’, il Rizal Park e il Fort Santiago.

Mykonos, Grecia. Altra meta greca apprezzatissima, soprattutto dai giovani che amano divertirsi fra discoteche e locali. I mulini a vento di questa fantastica isola delle Cicladi, la sua movida sfrenata che non conosce orologio o calendario, i suoi colori e la sua natura incontaminata: ecco perché le ricerche dei voli per quest’isola sono in costante crescita.

Tokyo, Giappone. Vuoi sentirti al centro del mondo? Vuoi provare la sensazione di essere una formichina nel caos ordinato di una metropoli frizzante e colorata? Sei nel posto giusto. A Tokyo, capitale giapponese, si può solo esercitare l’uso del cinque sensi: templi incantati e musei accanto ad accecanti insegne al neon, quartieri eccentrici pieni di stranezze, quartieri interamente dedicati allo shopping, sontuosi Palazzi Imperiali e ottimo sushi.

Minorca, Spagna. Spostiamoci in Spagna e facciamo un salto a Minorca, bellissima isola delle Baleari che inizia finalmente a mettersi in mostra nonostante le due sorelle più note, Maiorca e Ibiza. Sarà per questo che l’interesse per questo paradiso da sogno è aumentato esponenzialmente in questi tre anni. O forse sarà per il mare che non teme confronti e per il suo essere un museo a cielo aperto, che conserva la sua unicità a dispetto del crescente turismo di massa. Una località che merita attenzione.

L’Avana, Cuba. Da quando è stata dichiarata ufficiale la sospensione dell’embargo contro Cuba da parte degli Usa, ma già da quando se n’è iniziato semplicemente a parlare e ad avere sentore che sarebbe accaduto, L’Avana ha fatto registrare un picco di interesse più intenso, sebbene questa sia una destinazione da sempre molto richiesta. Prima che l’isola si trasformi o subisca, in qualche modo, influenze esterne, bisogna partire e cogliere quell’autentica voglia di vivere che la caratterizza, sorniona e sapiente; la sua atmosfera danzante; le sue spiagge mozzafiato e i sigari e il rum e chi più ne ha più ne metta. Certe partenze non vanno rimandate.

Santorini, Grecia. Immersa nel blu intenso di un Mar Egeo profondissimo e affascinante, in contrasto con la roccia scura vulcanica dell’isola e con le sue casette bianchissime, lucenti sotto il sole, Santorini è una perla di bellezza rara che acquista sempre più prestigio. I tramonti a Oia sono una tappa imprescindibile, ma non tralasciare Thira e Caldera: le viste che godrai da qui non le dimenticherai per il resto della tua vita. Con i suoi archi, porticati, chiese cattoliche e chiese ortodosse, scalinate, piazzette e scorci da togliere il fiato.

Santo Domingo, Repubblica Dominicana. Spostiamoci sulla bella isola Hispaniola, divisa tra lo stato di Haiti e quello della Repubblica Dominicana. Restiamo in questa ultima zona perché la capitale Santo Domingo è una città coloniale che conserva intatto il fascino d’altri tempi. Sempre più ricercata da chi insegue il sole e il caldo tutto l’anno, con un clima tropicale e un patrimonio naturalistico ricchissimo, non è fatta non solo di spiagge incredibili e vegetazione rigogliosa, ma anche di una fauna di tutto rispetto.

Colombo, Sri Lanka. A Colombo, nello Sri Lanka, si concentrano tutte le culture del Paese e la città risulta un’esplosione di colori e voci, tra mercati e grattacieli, che ti catturerà. E, una volta lasciata alle spalle la guerra civile, Colombo sta mostrando molti segnali di progresso. A cominciare dai miglioramenti nei collegamenti. Il quartiere di Fort riunisce i maggiori luoghi di interesse storico, mentre a Pettah non potrai perdere i bazar, chiassosi e pieni di ottimi affari per i tuoi souvenir.

Luqa, Malta. Torniamo in Europa e facciamo una sosta a Malta. Incrocio di civiltà diverse, tutte rintracciabili nelle splendide architetture cittadine, l’arcipelago maltese si compone di tre isole, una più bella dell’altra, e sa stupire chiunque con le sue bellezze e una cucina ottima, che ha preso il meglio da tutte le influenze del mediterraneo.

Tenerife, Spagna. Le Canarie restano un sogno per molti: Tenerife è cliccatissima, con la sua vegetazione sub tropicale che si alterna a paesaggi desertici e lunari, spiagge spettacolari e un carnevale che fa concorrenza a quello di Rio. E’ un luogo in cui ritrovare se stessi o perdersi definitivamente. Se poi all’ultimo decidi di trasferirti, facci sapere.

Ibiza, Spagna. È un evergreen, Ibiza, con la sua bellezza autentica e la sua movida che non conosce limiti. Ma l’isola è apprezzata anche da chi vuole godersi il sole del giorno e le bellezze naturali e culturali dell’isola: la Isla Bianca è stata dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco per la necropoli punica, i resti fenici di Sa Caleta, la riserva naturale di Ses Salines, la città fortificata di Dalt Vila.

Atene, Grecia. Una città splendida che è stata culla di una delle più grandi civiltà e che continua a essere al centro delle cronache più recenti: Atene è un cuore pulsante, in pieno fermento politico, artistico e culturale.

Siviglia, Spagna. Le parole chiave qui sono fiesta, tapas e flamenco. Ma l’atmosfera che si respira è qualcosa che è difficile descrivere: Siviglia è uno di quei posti che vanno vissuti, tra una passeggiata nella zona romantica del Guadalquivir e una sosta nelle tipiche taverne. Meta ideale in ogni stagione dell’anno, l’Andalusia, nell’elenco delle tappe obbligate dei fan del Trono di Spade, è una zona che da segnare sull’agenda.

Reykjavik, Islanda. Dinamica, alla moda, giovanile, esplosiva. Reykjavik è una città che nel 2016 va assolutamente vista, per il suo spirito cosmopolita e i suoi eventi.

Buenos Aires, Argentina.  Una città che sa entrare nel cuore e rimanerci a lungo. Per il calore dei suoi abitanti, che sfoderano sorrisi spontanei che fanno innamorare e non solo. Sicuramente una delle mete favorite tra i paesi del Sudamerica.

Eindhoven, Paesi Bassi. Eccoci in una delle città che gode in questo momento di massimo slancio: Eindhoven è piena di posti interessanti da visitare, di musei che raccontano antiche tradizioni, di locali in cui trascorrere piacevoli serate e ricca di edifici notevoli dal punto di vista architettonico. Una città che, nonostante l’ombra ingombrante di Amsterdam, ha saputo valorizzare al meglio i suoi punti di forza (e i collegamenti aerei) e ha fatto del turismo una risorsa.

Varsavia, Polonia. La Polonia è senza dubbio un Paese che ha imparato a gestire al meglio il suo territorio e Varsavia è di diritto tra le città più trendy del mondo. Sviluppo architettonico, centro storico di notevole interesse, tanto da essere Patrimonio Unesco, gallerie e centri d’arte, vita notturna sempre più chic e diversi quartieri con anime differenti ma tutte accattivanti.

Sara Stefanini

Cosa bisogna sapere prima di fare il Cammino di Santiago

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Dal freddo dei Pirenei, al caldo delle “mesetas”, alla piovosità della Galizia. Zaino, buone scarpe non necessariamente da trekking o da montagna, sacco a pelo sono gli elementi imprescindibili per la partenza” mi spiega il professor Jacopo Caucci von Saucken, professore di lingua e letteratura spagnola all’Università degli Studi di Perugia, Console onorario di Spagna e Priore della Confraternita di San Jacopo di Compostella (Santiago de Compostela, nda).

Sì, avete capito: la mia prossima meta è proprio la Spagna… dell’Anno Mille. D’altronde, vintage per vintage un salto nella Storia era doveroso farlo e il celebre Cammino (ormai molto in voga come meta vacanziera alternativa) è un ottimo inizio. Prima di fare lo zaino, però, è bene informarsi su cosa mi attende…

Professore, il Cammino in poche parole…

È un itinerario devozionale che, fin dal Medioevo, i pellegrini hanno intrapreso per raggiungere il sepolcro dell’Apostolo Giacomo.

Voglio partire anch’io, cosa mi consiglia di fare?

È fondamentale un allenamento previo vista la durata del pellegrinaggio e le differenti tipologie climatiche: infatti, il “cammino francese” (iter tradizionale) inizia a Roncisvalle  (sui Pirenei), snodandosi poi per 800 km nella parte centro-settentrionale della penisola Iberica.

Ottocento chilometri: l’equivalente, on foot, di Milano-Napoli. Certo, roba che non si fa in un giorno!

Lungo il tragitto i pellegrini alloggiano in diverse tipologie di strutture: municipali, private, pertinenze di parrocchie, pensioni. Ad esempio, io gestisco un rifugio in Provincia di Burgos:  una commenda del XIII secolo restaurata venticinque anni fa dalla Confraternita e dal Centro Italiano di Studi Compostellani.

Quindi, se non parlassi un’acca di spagnolo…

I volontari che vi prestano servizio sono Italiani ed è una delle poche realtà ricettive presenti sul Cammino ad offrire ospitalità gratuita. La peculiarità del luogo è l’accoglienza secondo l’antico rito della lavanda dei piedi.

Immagino lei non sia un novizio: mi racconti qualcosa di curioso…

Da dove comincio?

Bene, partiamo con il piede giusto. Direi dai pellegrini…

Il Cammino è un fenomeno che porta nella capitale galiziana circa duecentoquaranta mila persone appartenenti a diverse nazionalità europee e non, tra queste primeggiano ormai da diversi anni i nostri connazionali. Quanto a me, ho fatto il Cammino sette volte e trascorro tre settimane l’anno presso il rifugio.

E la Confraternita di cui è Priore, di cosa si occupa?

Vede, chi vuol fare questa esperienza non può farlo senza una credenziale.

Credenziale? Come sul web?

Beh, diciamo che al posto di username e password la Confraternita di San Jacopo di Compostella di Perugia rilascia una sorta di “passaporto” che va timbrato ad ogni tappa, per conseguire la “compostela”, documento che certifica l’avvenuto cammino.

Il rischio di perdersi?

Vi sono in vendita molte guide dove trovare indicazioni per le tappe, i km da percorrere, le strutture dove fermarsi, numeri di servizio, assistenza sanitaria…

Chi sono i pellegrini?

Persone di ogni tipo. In un’occasione mi è stato chiesto se, in quanto Priore, potessi confessarne uno che ne sentiva la necessità.

Immagino, però, il suo ruolo non si limiti al priorato…

No. Infatti, un’opera importante e meritoria è svolto anche dal Centro Studi, impegnato nella promozione culturale del Cammino, attraverso  convegni, incontri e seminari. Non mancano, poi, le pubblicazioni fra le quali “Compostella“, rivista scientifica con interventi di esperti del settore di ambito nazionale ed internazionale.

 

 

 

Il programma di Podemos? Come il catalogo Ikea

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Il 26 giugno si vota in Spagna. Dopo diversi mesi di stallo postelettorale in cui i partiti non hanno trovato la quadra per formare una maggioranza di governo, nuova tornata di elezioni generali. Per “facilitare l’interesse” sul proprio programma, Podemos, la formazione guidata da Pablo Iglesias, lo illustra come un catalogo di Ikea, compresa l’impaginazione come “cucine”, “bagni”, “saloni”, “sale da pranzo”, “notte”, “studi”, “giardini/terrazzi” per completare l’intero arredamento di opzioni politiche che si gettano col partito. Le foto richiamano spazi illuminati, arredati con gusto, ordinati, si evince benessere. Immagini originali, ha spiegato Carolina Besnasca, responsabile del programma, precisando che è stato anche consultato l’ufficio legale per evitare controversie con Ikea. Altra novità: il programma sarà posto in vendita a 1,80 euro, del resto si compone di ben 192 pagine fitte di illustrazioni patinate che propongono serene situazioni familiari in cui esponenti del partito appaiono in usuali attività domestiche. La stessa Besnasca è ritratta al lavoro nel salone.

Senza entrare nel merito del programma politico, El Mundo – illustrandolo insieme alla decisione di optare per una scelta secondo gli stilemi del marketing – osserva che non è molto diverso da quello presentato per le elezioni di dicembre, salvo qualche limatura sulla spesa pubblica; Podemos conta di alzare le imposte sul reddito Irpf a quanti guadagnano più di 60mila euro l’anno e ampliare la platea delle deduzioni al di sotto di questa soglia. Fra i titoli (politici) del programma, spicca l’uso continuo del termine “democrazia” declinata nei più diversi aggettivi: “politica”, “economica”, “di cittadinanza”, “internazionale”. Si palese la ricerca dell’impatto ‘estetico’. Servirà allo scopo di spiegare i contenuti programmatici? Carolina Bescansa ha detto che è pensato proprio per “facilitare l’interesse”.

I tempi di Herbert Marcuse e la critica sessantottina al consumismo di massa sono lontani anni luce. E un recente sondaggio CIS su El Pais spiega che in effetti l’elettorato di Podemos è molto composito quanto a orientamenti: solo un’esigua minoranza di coloro che lo hanno votato alla fine dello scorso anno si definisce socialdemocratica (6,3%, che alla domanda ripetuta la seconda volta si riduce al 5,2%) e comunista (7,3%); più ampia la componente dei “socialisti” (16,9%) che nell’accezione larga di “progressisti” arriva al 23,8%. Ma c’è anche un buon 10,4% di “liberali”. Dunque un partito di centro-sinistra, dove i centristi sono il 32% totale e numerose le sfumature a sinistra; e complessivamente variegate le posizioni, anche opposte tra loro. Come fra i clienti di un supermercato.

Formentera, 5 cose da non perdere

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Appena 83 chilometri quadrati per una gemma che non ha eguali, nel Mediterraneo. Un posto esclusivo, lontano anni luce dalla vicina Ibiza alla quale quasi si abbraccia con l’isoletta oblunga di S’Espalmador. Formentera è oggettivamente quanto di più simile al Paradiso si possa raggiungere in un’ora abbondante di volo dall’Italia, a cui sommare ovviamente i trenta minuti di aliscafo, catamarano o traghetto veloce dalla più grande vicina zeppa di discoteche.

Lo testimonia il riconoscimento che TripAdvisor, il colosso delle recensioni con 340 milioni di visitatori mensili e 350 milioni di giudizi dove si possono anche prenotare alloggi – in Italia e Spagna anche con la nuova funzionalità di Prenotazione rapida grazie agli accordi con Priceline e Accor – attrazioni e ristoranti tramite la controllata The Fork, le ha assegnato quest’anno: Formentera, la seconda delle Pitiuse prima ancora che tassello delle incantevoli Baleari, ospita la più bella spiaggia d’Europa. Sì, esatto, è proprio lei: platja de Ses Illetes, cioè la spiaggia delle isolette (così battezzata perché protetta da una piccola catena di scogli come l’illa des Forns o l’illa des Conills) nella punta Nord dell’isola, all’interno della riserva naturale delle saline. Nell’edizione 2016 dei Travelers’ Choice Beaches Awards ha staccato la spiaggia di Efalonissi, in Grecia, e prahia da Marinha a Carvoeiro, in Portogallo.

D’altronde la Spagna ha messo a segno quest’anno anche un altro risultato di pregio, infilando tre delle loro isole nella top 10 europea dei Travelers’ Choice Islands. In base alla valutazione di un algoritmo che incrocia quantità e qualità delle recensioni e punteggi di hotel, attrazioni e ristoranti negli ultimi 12 mesi. Maiorca, la più grande delle Baleari, è al vertice della chart nazionale, seconda in Europa e sesta al mondo (soggiornarci costa in media 145 euro a notte). La canarina Tenerife, seconda in Spagna, è quinta su scala europea (tariffa media 86 euro). Gran Canaria è infine la settima a livello europeo e la terza nazionale (80 euro). Formentera, invece, si è piazzata ottava fra le spagnole. Ma merita senz’altro alcune posizioni in più. Ecco alcune cose da non perdere in quello scrigno naturale. A proposito, prenotare una stanza costa in media 185 euro a giugno, 234 a luglio e 262 ad agosto.

Platja de Ses Illetes
Pluripremiata, è una spiaggia da sballo con sabbia bianca e finissima e acqua – più che altrove – dalle mille sfumature che variano dal verde smeraldo al turchese. Si trova a Ovest del sottile lembo a Nord di Formentera. Vi sembrerà di essere ai Caraibi, con marmore da mezzo chilo che vi nuotano fra i piedi. Il fascino è completato da una serie di isolotti che la proteggono, dandole una certa profondità scenografica. Entrambe si trovano all’interno di un parco naturale (l’accesso costa 4 euro per le auto e 2 per i motorini, ma ci si arriva anche in autobus pubblico) che fa da ponte marino protetto fra Ibiza e Formentera.

Platja de Llevant
È circondata, come un po’ in tutta l’isola, da una cintura di straordinarie dune sabbiose. Meglio orientarsi nella parte iniziale, un po’ più a Sud, nota anche come platja de Sa Roqueta, caratterizzata da piccolissime calette che con un po’ di fortuna potreste aggiudicarvi (sempre a giugno o settembre, non sperateci in piena estate). Il mare è sempre lo stesso: sconvolgente per tutta la lunghezza della spiaggia, molto ampia. Non è un caso che Ses Illetes e Llevant siano chiamate anche “le gemelle”.

I fari: Cap de Barbaria e faro de la Mola
Si trovano alle due estremità di quella specie di triangolo che è Formentera. Uno a Sud-Ovest, al termine di alcuni chilometri di bassa vegetazione del tutto isolati e costellati di piccoli siti megalitici risalenti al II secolo a.C. – il percorso, da solo, vale la breve gita – l’altro a Sud-Est, alla fine del villaggio di El Pilar de la Mola, un piccolo agglomerato a neanche 200 metri di altitudine, unico altopiano dell’isola, che vive un’esistenza del tutto separata dal resto di Formentera. Il fascino non arriva tanto dai fari in se stessi quanto, come sempre accade, dalla sensazione di confine dove vi potrà accadere di scorgere qualche esemplare di Berta delle Baleari, un uccello marino che si riproduce solo da quelle parti. Mentre alla Mola si può prendere qualcosa da bere in un bar che guarda la scogliera, a Barbaria vi conviene portare l’occorrente per l’aperitivo e coccolarvi fino al tramonto. Due chicche: quello di Barbaria è il faro che si vede nella pellicola cult Lucia y el sexo, il film del 2001 firmato da Julio Medem che lanciò Paz Vega. Alla Mola troverete invece una targa dedicata allo scrittore Julio Verne, che ha ambientato qui il suo romanzo Le avventure di Hector Servadac scritto nel 1877 e che disegna quella scogliera come “la fine del mondo”.

I villaggi: Es Pujols e Sant Francesc Xavier
A Formentera, di fatto, non ci sono città. Chi ci abita chiama Sant Francesc “la capitale” con un esagerato virtuosisimo: in realtà è un piccolo agglomerato in cui si concentra quel poco di nazionalismo spagnolo che ancora resiste da queste parti, dalla polizia ai servizi amministrativi. Sant Francesc è un piccolo intreccio di stradine costellate da negozi esclusivi (e carissimi, come d’altronde tutta l’isola) e ristoranti. Merita una sosta mentre andate o tornate da Barbaria o una passeggiata serale. Es Pujols è invece il cuore pulsante dell’isola: pieno di locali, con un mercatino che ogni sera popola il lungomare, ospita (poco distante) l’unico club dell’isola, il Tipic, e una serie di hotel (fra cui lo stupendo Blanco Hotel), appartamenti e negozi. È il punto strategico dal quale muovere verso le altre attrazioni dell’isola: si trova tutto al massimo a venti minuti, il porto della Savina a 10.

Platja de Mitjorn
Il versante interno, che guarda cioè in quella specie di piccolo golfo creato dalle due “gambe” orientale e occidentale di Formentera, merita un discorso a parte. La spiaggia di Mitjorn, puntellata di strepitosi ristoranti e di luoghi storici come il Blue Bar, è forse la più vicina allo spirito hippie e libertino dell’isola. Lontano dai periodi di picco lì – ma non solo – si ritrovano nudisti e naturisti ed è semplice ritagliarsi un pezzo di arenile tutto per se. La spiaggia è forse meno attraente, le correnti rendono il mare più allegro che nelle placide spiagge del nord ma il fascino compensa il resto della zona, frastagliata fra insenature e tratti rocciosi e distante dalla strada principale.

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